ACQUI TERME
cenni essenziali:
Acqui Terme (Oich o Àich in piemontese)
è un comune italiano di 19.223 abitanti (dato 2021) della provincia di Alessandria, in Piemonte, esteso per 33,4 kmq. Collocato nella media-bassa valle del fiume Bormida, nell’alto Monferrato, è parte della regione geografica dell’Acquese. È uno dei centri-zona della Provincia di Alessandria: sede di ospedale, del polo scolastico superiore, dei servizi socio-assistenziali della zona. Snodo importante per le comunicazioni tra la Liguria e la pianura padana, sia ferroviario che stradale, lungo le direttrici Savona-Alessandria e Genova-Asti. E’ centro di una vasta diocesi cattolica che si estende verso la Liguria, l’Astigiano e l’Alessandrino. E’ stata sede di una importante comunità ebraica. L’attuale sindaco è Danilo Rapetti.
Centro legato alla presenza dei Liguri Statielli (la cui capitale “Caristo” era probabilmente prossima al territorio dell’attuale città), è città di rilievo (Aquae Statiellae) in epoca romana, lungo la via Aemilia Scauri, connessa con Tortona/Pavia, Cortemilia/Alba, Vado. Dal IV secolo, con l’episcopato di san Maggiorino, diviene sede di diocesi. Resta riferimento anche nei secoli caratterizzati dalla crisi dell’impero e dall’arrivo di popolazioni che transitano sul territorio e vi si stabiliscono (Ostrogoti, Longobardi, Franchi), organizzando il territorio come ducato e poi contea. Intorno al X secolo diviene uno dei centri più importante della Marca Aleramica e assume un ruolo rilevante nel basso Medioevo come centro diocesi (con san Guido nell’ XI secolo), libero Comune (con propri Statuti, nel XII-XIII secolo) e una delle “capitali” (insieme a Casale) del marchesato del Monferrato, feudo che passa dalla dinastia degli Aleramici a quella dei Paleologi (cui si deve l’ampliamento dell’imponente castello), poi ai Gonzaga. Sovente in contrasto con i più potenti vicini (Alessandria, ma anche Asti e Genova) resta un riferimento istituzionale ed economico lungo tutta l’età moderna, anche se pesantemente segnata sia dalla peste del ‘600 che dalle guerre, con l’invasione di francesi e spagnoli (le mura medioevali furono distrutte e riedificate più volte).
Alle soglie del Settecento passa sotto il dominio dei Savoia ed assume via via un ruolo istituzionale nel regno di Sardegna come capoluogo di provincia e – dal 1861 – come capoluogo di circondario nella provincia di Alessandria e sede prefettizia. Grazie al ponte sul Bormida, intitolato a Carlo Alberto e costruito negli anni ’40 dell’Ottocento, la città si espande nella zona Bagni. Sotto la lunga guida del sindaco Giuseppe Saracco, si sviluppano attività artigianali e commerciali, con la qualificazione e ampliamento del centro abitato, migliorando le comunicazioni, A inizio Novecento avvia un processo di industrializzazione (fornaci, vetreria, meccanica, enologia, produzioni alimentari, …) che vede il suo maggior sviluppo nel secondo dopoguerra. Anche a motivo dell’immigrazione dal circondario, dal Veneto e dal Sud Italia, la popolazione di Acqui raggiunge il suo livello massimo negli anni ’70 (21.800 al censimento del 1971).
Ha il titolo di “città” e dal 1956 al nome Acqui è stato aggiunto il termine “Terme”, per evidenziare una caratteristica antica della città, legata appunto alle fonti termali e agli stabilimenti igienico-terapeutici presenti fin dall’epoca romana. Attività ripresa e di nuovo fiorente tra la fine dell’Ottocento e gli anni 2000. Non a caso gli abitanti della città, “acquesi”, sono anche appellati “sgaientò” che in dialetto significa “scottati” appunto dall’acqua calda della fonte termale, detta “la Bollente” (la Buiènt), che getta nella omonima piazza, nel cuore del centro storico.
Scavi archeologici hanno portato alla luce importanti reperti della città e della zona, a partire dal Neolitico, in parte conservati presso il Museo archeologico della città. Rilevanti tracce storiche, artistiche e spirituali nella Cattedrale (1067), nella Basilica della Addolorata (X sec.), nella chiesa di san Francesco (XV-XIX sec.). Biblioteca Civica, Archivio storico comunale, Archivio storico vescovile raccolgono le tracce del grande patrimonio storico-culturale della città, che offre ricchi itinerari nell’ampio centro storico. Un rilievo, non solo locale, espresso dal Premio “Acqui Storia” che fa memoria del sacrificio della “Divisione Acqui”, tra i primi episodi della Resistenza al nazifascismo. [vr]
materiali su PERCON relativi ad Acqui Terme
- Bibliografia essenziale su Acqui Terme
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risorse e collegamenti esterni
- Sito ufficiale
- Sito Museo archeologico
- Acqui Terme sull’Encicplopedia Treccani
- la pagina su Wikipedia
- sito delle Terme di Acqui